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Valeria Rossi
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  Valeria Rossi


E' stato il tormentone dell'estate. Le Tre parole di Valeria Rossi sono diventate un ritornello popolare che ha invaso l'Italia, una sorta di malattia contagiosa per la quale ancora non e' stato trovato antidoto. Forte di 80.000 copie vendute, questa ragazza romana nata a Tripoli si presenta in anticipo sui tempi con l'album di debutto, Ricordatevi Dei Fiori, un titolo che sembra un invito a una festa di compleanno.
"Be', in effetti abbiamo affrettato un po' i tempi - ammette Valeria Rossi, peraltro di rosso vestita - . L'album faceva comunque parte di un piano, certo e' che ha subito un'accellerazione vorticosa. Non ho rimpianti, perche', nonostante le condizioni di lavorazione, il disco e' venuto come io volevo. Anche perche' io sono un po' impaziente, e non avendo esperienza, non immaginavo che per registrare un album si dovesse stare chiusi per giorni dentro uno studio, senza neanche prendere aria. Il primo giorno ero talmente tesa che non sono riuscita a cantare".

Dopo il successo di Tre Parole ti sentivi addosso una bella pressione?
Be' in effetti e' una grossa responsabilita', perche' una canzone estiva e' una cosa, un album intero ti espone dalla punta dei piedi all'ultimo capello, per cui ero un po' agitata, anche perche' sono una persona molto emotiva.
Come scrivi i testi? Hanno un andamento strano, quasi naif, un verso non e' la necessaria conseguenza del precedente.
Forse perche' la mia e' una scrittura emotiva.
I riferimenti musicali che spesso hai citato, come Joni Mitchell, Paul Simon, Santana, hanno lasciato tracce oppure sono solo cose che hai ascoltato e basta?
Penso proprio di si'; quando scrivo musica non ragiono molto, ho ragionato talmente tanto nella mia vita, che adesso che ho trovato un equilibrio tra istinto e razionalita' mi affido di piu' all'istinto, perche' so che tanto la razionalita' filtra, perche' l'ho ben coltivata.
E' vero che leggi molto?
Si', ho un rapporto erotico con i libri, per rilassarmi entro in una libreria con il carrello del supermercato. L'ultimo che ho comprato e' di Dorothy Parker, una poetessa australiana. Io a dieci anni avevo letto gia' L'uomo senza qualita' (di Musil, ndr).

E dai tuoi riferimenti letterari colti come vengono fuori le Tre Parole?
In realta', questa mia semplicita' proviene da due piani diversi: uno e' quello inconscio, un'esigenza che mi viene da anni di complessita' labirintica. L'altro, a livello conscio, e' una scelta deliberata.
Qualcuno ha detto che la vera arte sta nella capacita' di rendere comprensibile alla massa la scrittura colta...
Infatti, quando mi dicono che il mio e' un prodotto commerciale, sembra quasi che sia un'offesa; ma e' un dato di fatto, oltre che una scelta.
E ti preoccupa la consapevolezza di dover seguire delle regole di mercato, che prescindono dalla tua ispirazione artistica?
Ma il mercato e' fatto da me e da te, per cui non mi sto adeguando a delle leggi che non riconosco.

Quante canzoni di questo album avevi gia' nel cassetto, e quante sono state scritte apposta? Quanto passato di autrice c'e' dentro, e poi perche' bisogna "ricordarsi dei fiori"?
C'e' molto, anche se l'accellerazione improvvisa mi ha costretto a fare degli aggiustamenti; alcune musiche sono di Liliana Richter, e io ho scritto solo i testi. Ma, comunque, un 60 per cento era gia' nel cassetto. In fondo, anche le canzoni nuove fanno parte del mio passato, perche' sono talmente autobiografiche... Ricordatevi dei fiori e' una richiesta di poesia, di gentilezza e garbo, una cosa semplice.
Tre canzoni che rappresentano il nuovo disco.
Le Richieste Delle Donne , perche' e' disarmata e, quindi, disarmante, mi svelo cos? tanto che alla fine divento candida; Straniero , perche' l'ho scritta quando e' nato un figlio a mio fratello, e La Donna Invisibile , perche' e' la fotografia di uno stato d'animo che ho vissuto due anni fa, nel senso che ero innamorata di un uomo che non mi calcolava.
Come mai hai aspettato tutto questo tempo per arrivare al successo?
Perche' uno deve aspettare di essere maturo per cadere dall'albero, come le pere...
Maurizio Iorio


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