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Classifica JAZZ |
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Letter From Home
Pat Metheny |
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Pat Metheny ha sempre avuto la pretesa di non restare mai fermo; e questa caratteristica, che molti puristi del jazz hanno sempre giudicato anche con un certo senso critico, alla fine risulta essere uno dei suoi pregi maggiori. Con la curiosità di un bambino, Metheny si è sempre divertito a fare di tutto e di più, a collaborare con Bowie come con Ritche Blackmore, a proporre un purissimo jazz anni '30, e un delicato soft fusion. Questo disco, abilmente progettato intorno all'idea di Metheny di aprire la sua musica all'elettronica, nasce all'ombra di un musicista straordinario come il tastierista Lyle Mays che riesce ad accompagnare il chitarrista a un confine rischioso e mai toccato prima. La sua chitarra ne esce distorta, amplificata, digitalizzata in mille toni diversi, con i quali Metheny si diverte a giocare e a creare nuove sonorità che si combinano con le percussioni classiche di Pedro Aznar e gli altri strumenti del gruppo. Un disco complesso e ispirato che piacerà a chi senza troppi sofismi ama anche chi cerca di rendere popolare un genere elitario per definizione.
Ascolta i 30" dei brani nella Music Machine
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