Ivan Fedele
Illustri risonanze
Pierre Boulez sarà interprete d'eccezione, sul podio della Chicago Symphony Orchestra, del Duo en résonance per due corni concertanti ed ensemble, il 18 novembre a Chicago. Fra gli altri appuntamenti di questo periodo con la musica di Ivan Fedele, il concerto dell'Orquesta Pablo Sarasate diretta da Antonio Martinez Izquierdo, il 4 e 5 ottobre, con l'esecuzione di Carme II per orchestra al Teatro Gayarre di Pamplona (Spagna). Il 6, al Festival Microludi di Cislago (Varese), in programma Two Moons per due pianoforti ed elettronica con il duo pianistico Antonella Moretti e Mauro Ravelli. Per il 16 e il 23 ottobre è stato messo in cartellone in due città francesi, rispettivamente La Rochelle e Orléans, Levante per violoncello, quintetto d'archi e cimbalom con la violoncellista Sonia Wieder-Atherton e il Quartetto Parisii. Nel quadro del Festival internazionale di nuova musica Gaida di Vilnius (Lituania), il 24 i Neue Vocalsolisten Stuttgart eseguiranno Animus Anima; riproporranno lo stesso lavoro il 24 novembre a Vienna. Il 3 novembre, alla Sala Leonardo della Biblioteca Nazionale di Firenze, per la rassegna Musica e cultura della Scuola di Musica di Fiesole Giuliano Corti incontrerà Ivan Fedele in pubblico; seguirà un concerto monografico con l'esecuzione di Maja, Paroles y palabras, Erinni e Correnti alternate. Il 17 novembre il flautista Mario Cairoli eseguirà Apostrofe e Dedica. A Osaka, presso il Belgium Flanders Museum Hall, lo Srudio L'Ala presenterà il 5 dicembre Bias per oboe e chitarra ed Études boréales per pianoforte. Il 10 e l'11 gennaio 2002, a La Coruña (Spagna), l'Orquesta Sinfónica de La Coruña diretta da José Ramón Encinar sarà impegnata nel Concerto per viola e orchestra, solista David Quiggle. Ricordiamo infine che il 7 luglio, alla Parish Hall di Vitasaari (Finlandia), Mikko Kuppinen al clarinetto basso e Tuomo Lasila, percussione, hanno eseguito Modus. Segnaliamo infine che Ivan Fedele è stato invitato alla Harvard University di Cambridge, Massachusetts, per tenere un seminari e delle conferenze.



Su Târ (Terzo quartetto per archi), il 17 aprile alla Società del Quartetto di Milano

Da Amadeus, giugno 2001, Cesare Fertonani
Nel quadro della significativa ancorché cauta apertura alla nuova musica che ne contraddistingue le ultime stagioni, la Società del Quartetto di Milano ha offerto, in prima esecuzione italiana, Târ, Terzo Quartetto per archi di Ivan Fedele. Commissione della Société Philharmonique di Bruxelles e della stessa Società del Quartetto, il nuovo lavoro cameristico di Fedele arriva in Italia a seguito della prima assoluta in Belgio, avvenuta nell'autunno 2000, e di un buon numero di esecuzioni europee. Târ ("corda" in indoiraniano) segna un punto di svolta rispetto ai due precedenti e ormai lontani quartetti, svolta d'altra parte coerente con i più recenti esiti compositivi di Fedele, mirati alla definizione di una solidissima struttura formale plasmata secondo processi e tensioni direzionali e nella quale prendono vita un "teatro della memoria" e "paesaggi immaginari" che evocano archetipi non soltanto musicali ma anche e soprattutto antropologici e culturali. Riferimenti, questi, espliciti sin nel titolo e nei sottotitoli delle quattro

sezioni (Con espressione metafisica, Sturm, Con astrazione sensibile, Drang) che costituiscono il quartetto (venti minuti circa), confluendo l'una nell'altra e generando una forma in cui l'interazione delle singole parti è funzionale al progetto complessivo non meno della loro successione e integrazione. Al carattere fondamentalmente estatico della prima e alla terza sezione fa riscontro quello dinamico e motorio della seconda e della quarta. All'inizio è una dimensione rituale, quasi sacrale a imporsi, nel segno di quell'interesse per l'Oriente ricorrente nell'opera di Fedele, con rintocchi pizzicati, oscillazioni microintervallari e un'ascetica gestualità strumentale. Quindi è la volta di un'attività pulsante e tumultuosa, densa di echi barbarici, una nevrosi perfettamente strutturata che non si conclude ma resta sospesa nell'aria, come un interrogativo. Nella terza sezione si sente che la seconda non è trascorsa invano perché l'estasi si anima di inquietudini raggelate, di un furore compresso che esplode a tratti o si raggruma in timbri gelidi. E così la quarta sezione reca ombre ed echi delle estasi precedenti sino alla stretta finale. Lucida e partecipe nel rendere il magistero della scrittura l'interpretazione del Quartetto Prometeo.
Gilberto Bosco
Tra clima di feste e vuoto dolente
È prevista per il 29 ottobre a Roma, presso l'Accademia di Ungheria per il Festival Nuovi Spazi Musicali, la prima esecuzione aassoluta di BeShìr Mizmòr, per flauto, violino e altra parte ad libitum; lo interpreteranno la flautista Anna Maria Morini e il violinista Enzo Porta. Così Gilberto Bosco introduce il brano:<<Un canto legato alla festa ebraica di Hannukà è all'origine del lavoro. La melodia originale (uno dei più famosi canti tradizionali, Maòz Tzur) origina un canto fermo, sostanzialmente assente in questa prima esecuzione. Intorno a questa parte taciuta si svolgono le voci del flauto e del violino, quasi sempre collegate alla melodia originale, più spesso per l'assenza delle note originali, talvolta per improvvise, accese ma nascoste simmetrie. Il brano termina quando l'inudibile canto fermo si interrompe, mentre il testo giunge alle parole che formano il titolo: che possiamo tradurre, approssimando un poco, con "cantando un canto">>. La prima esecuzione di un altro nuovo brano di Bosco, O Sorrow per voce e clavicembalo su un testo di Alfred Tennyson, è in programma il 17 novembre sempre a Roma, ma al Goethe Institut, per il Festival di Nuova Consonanza. Scrive Bosco: "Il brano, commissionato da Nuova Consonanza, è scritto in memoria di Francesco Pennisi. Il testo di Tennyson è percorso, in un modo reso un poco algido dal timbro dello strumento a tastiera, come un song ottocentesco: ma le emissioni vocali (messa di voce, soffiato, sprechgesang, cantato) e gli incastri timbrici del clavicembalo sezionano le quartine cercando un senso "altro". Il significato stesso della stanza di Tennyson (da In Memoriam) sembra rovesciarsi: le certezze (ma erano poi certezze?) del poeta laureato si ribaltano in un vuoto dolente. Tra la musica delle parole (l'infallibile orecchio del poeta!) e la sommessa "melodia" del lavoro si instaura un, peraltro precario, equilibrio: un confronto tra diversità".




 
Prestigiose esecuzioni in diversi paesi del mondo; anche Pierre Boulez e la Chicago Symphony Orchestra si apprestano a interpretare un suo lavoro  





foto di Roberto Masotti
 


































Un canto tradizionale ebraico e un testo di Alfred Tennyson alla base di due nuove composizioni


Sándor Veress
Il Concerto per pianoforte, archi e percussione sarà eseguito nei giorni 12 e 13 novembre, a Losanna, dall'Orchestre de Chambre de Lausanne, direttore Heinz Hollinger. Hommage à Paul Klee è stato presentato a Lemberrg (Ucraina) il 4 ottobre dalla Philharmonic Orchestra of Lemberg. A Parigi i Solisti dell'Eic hanno programmato per il 13 ottobre un'esecuzione di Memento.