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Alessando Solbiati

Così Alessandro Solbiati presenta la sua composizione:
“Personalmente non ho nessuna simpatia per un atteggiamento molto di moda qual è quello della citazione, e quindi fin dall'inizio del progetto ho cercato un legame molto più profondo e ricco con l'opera di riferimento.
Innanzitutto si tratta di un doppio omaggio, a Bach e al suo lavoro
incompiuto e a Franco Donatoni, che non ha potuto portare a compimento il suo stesso progetto attorno all'Arte della Fuga: a questo doppio "non finito" si deve il titolo del mio pezzo, che è così divenuto una specie di profondamente sentito Requiem.
Dirò solo le linee fondamentali di un lavoro che avverto essere uno dei miei per me più importanti: mi sono riferito all'ultimo Contrappunto, la Tripla Fuga incompiuta il cui terzo soggetto è costituito dal nome BACH, e ne ho interamente "seguito" la struttura, battuta per battuta, ma trasformando del tutto gli elementi, e costruendo i miei tre soggetti, che in qualche modo contengono quelli di Bach. Ne deriva un contrappunto di linee, ma anche di gesti e di figure, che ritornano come ritornano i soggetti, che si inseguono come si inseguono gli elementi di una progressione.
Giunto poi alla emozionante battuta 239, quella in cui Bach si interrompe dopo aver sommato i tre soggetti, ho aggiunto 23 battute in cui si invoca a frammenti una linea che somma in vari modi le note BACH a quelle FD (fa e re, iniziali di Franco Donatoni, che guarda caso completano il re minore d'impianto bachiano), disperdendo via via gli strumenti fino ad un finale breve solo di violoncello , in una mia personale Sinfonia degli Addii.
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