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Cieli di Toscana

Intervista all'artista che parla del nuovo album, Cieli di Toscana
Atteso come uno dei piu' grandi eventi nel panorama musicale mondiale, Cieli di Toscana e' il terzo album pop di Andrea Bocelli ("il piu' bello che ho fatto", per sua stessa ammissione). Una tappa importante di un viaggio iniziato nel 1996 con Romanza, continuato nel 1999 con Sogno e che oggi segna un nuovo capitolo della sua storia artistica. Realizzato tra Londra, Monaco e l'Italia, l'album vanta collaborazioni di livello internazionale - da Mauro Malavasi (gia' produttore di Sogno e Romanza) e Brian Rawling (Cher, Enrique Iglesias, Ricky Martin e Tina Turner) a Celso Valli (Pausini, Ramazzotti, Vasco Rossi) - pur trovando la sua piu' profonda ispirazione (riflessa sia nel titolo che nell'atmosfera e nei contenuti dell'opera) nella terra d'origine dell'autore: la Toscana. Dotato di una drammaturgia sinuosa e di un andamento sapiente, dove a vette emotive seguono pause di riflessione e dove al furore seguono la calma della tranquillita' e la malinconia del ricordo, Cieli di Toscana vince il passaggio del millennio, regalando canzoni destinate a diventare eterne e, soprattutto, uno stile italiano internazionalmente riconosciuto.


Sono passati due anni e mezzo dall'uscita del suo ultimo album pop, Sogno. Cosa ha fatto in questo periodo?
Molte registrazioni classiche: La Boheme , Arie Sacre, che e' andato benissimo e il Requiem di Verdi, poi Tosca e anche un disco di Arie Antiche con il Maestro Mazel, che verra' pubblicato l'anno prossimo.
Qual e' l'aspetto del ritorno al pop che la stimola maggiormente?
E' un momento di relax, sia vocale che psicologico. Il pop e' un gioco attraverso il quale si possono comunicare emozioni forti a un grandissimo pubblico e poi e' legato alla contemporaneita'.
Comunque, la sua musica e' diversa da qualsiasi altro prodotto presente nelle classifiche di musica cosiddetta "popolare". Come la definirebbe?
Quando si cerca di dare delle definizioni alle cose si rischia sempre di cadere in errore, specialmente nel campo della musica. In fondo, anche l'opera e' nata come fenomeno musicale popolare e solo col tempo si e' trasformata in fenomeno d'elite.
Il successo di Romanza e di Sogno e' stato fenomenale in ogni paese. Come ha vissuto questo fatto?
Sicuramente il successo ha complicato la mia vita, perche' piu' aumenta la notorieta' e piu' aumentano gli impegni, quindi se gia' prima avevo poco tempo da dedicare alla famiglia e agli amici, adesso ne ho ancora meno. Pero' l'affetto della gente e' un patrimonio inestimabile, quindi io so di avere questo impegno con il mio pubblico e intendo mantenerlo.


Lei e' diventato ambasciatore della cultura italiana, si e' esibito sotto la Statua della Liberta' e la Tour Eiffel, ha portato la Torcia Olimpica, ha incontrato Clinton, il Papa e la Regina d'Inghilterra. C'e' un momento di cui e' particolarmente fiero?
Sembrera' strano, ma non sono questi momenti "ufficiali" che ti rimangono nel cuore. Io ho in mente delle immagini molto piu' semplici, come la fine di un concerto al teatro Sferisterio di Macerata, quando un vecchietto e' venuto in camerino e mi ha raccontato tutte le opere che ha visto, tutti i concerti a cui ha partecipato nella sua vita e mi ha fatto i complimenti per un'aria dell'Arlesiana che avevo cantato durante quel concerto. Sono queste le cose che non dimentichero' mai, che un artista non dimentichera' mai.
La Toscana e' molto vicina al suo cuore, anche se la sua carriera l'ha resa un cittadino del mondo.
Io credo che ciascuno di noi sia la somma delle proprie conoscenze, delle proprie esperienze, quindi anch'io sono un prodotto della mia terra e dei rapporti che ho avuto.
La famiglia riveste per lei un ruolo fondamentale.
La famiglia e' un punto di riferimento per chiunque, io poi sono nato e cresciuto in uno sperduto paesino di campagna, dove l'istituzione della famiglia e' alla base di ogni ricerca morale, quindi continuo e continuero' sempre a crederci.


In cosa si differenzia il nuovo album rispetto a Sogno e come si collega a Romanza?
Quando usci' Sogno dissi che "se Romanza era stata la ricerca di una strada, Sogno era il raggiungimento di questa strada". Con il nuovo album abbiamo proseguito in questa direzione, ma con la fortuna di aver incontrato autori che si sono sforzati di capire la mia vocalita' e di capirmi anche come artista e come cantante. Quello che conta di piu' e' che il linguaggio di Cieli di Toscana e' davvero pop, senza contaminazioni o cross-over, oggi tanto di moda, ma che a me non interessano.
Nell'album ha lavorato con tre produttori diversi: Mauro Malavasi, Brian Rawlings e Celso Valli. Come e' stato lavorare insieme?
Nonostante i generi di provenienza siano diversi, penso che anche questo giochi un ruolo importante, anche perche' i tre diversi stili conferiscono all'album maggiore varieta'.

www.cieliditoscana.it


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