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Bjork |
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Seduta nella sua casa di Londra, Bjork parla della sua ultima creazione, Vespertine, e della sua nuova inclinazione, una sorta di introspezione che si annida nell'intimita' ed esce gioiosamente allo scoperto.
"L'album e' come un essere soli in casa, in una sorta di umore quieto e di sussurri, improvvisi, dentro di te". Sono le canzoni che Bjork sente come private, come parole d'amore e di sensualita', in un momento in cui il resto del mondo e' chiuso fuori.
"Ma non e' una contraddizione - chiediamo a Bjork - portare in pubblico queste sensazioni del tuo animo, estremamente private"?
"E' comunque la vita. - risponde Bjork - E questa mia musica e' veramente reale, ha a che fare con le nostre azioni di tutti i giorni. Io non voglio che la musica sia una cosa isolata, lontana dalla vita. Quando ho fatto questo album, per la prima volta nella mia vita ero conscia di realizzare qualcosa di grande, un paradiso. Sono sempre stata una punk che vuole fare qualcosa di molto reale e molto forte. Anche se sai che non e' vero. Non puoi portare questo bozzolo dappertutto. In alcuni luoghi potrebbe scoppiare. Ma tu credi che debba esistere. E questo ti giustifica".
Bjork cita spesso termini come "coraggio" e "vilta'", che sono parte della sua struttura morale. Come abitudine, la cantante ha sempre preso le distanze da situazioni che minacciavano di ridurre la sua liberta', oppure si e' allargata verso aree dove pero' le potenzialita' di imparare pesavano piu' della possibilita' di perdere in credibilita' o sotto il profilo commerciale. E anche i collaboratori che si e' scelta negli anni - stilisti di moda (Alexander McQueen e Hussein Chalayan), fotografi (Nick Knight, Stephane Sednaoui e Nobuyoshi Araki), il direttore cinematografico Chris Cunningham e la percussionista Evelyn Glennie - riflettono il suo desiderio di lavorare con professionisti di altissimo livello.
"Vespertine scricchiola attraverso il suono della neve - dice Bjork - scoppietta con il suono delle chiacchiere digitali, frulla con voci lievi che saettano all'orlo della percezione, sussurra nella luce che viene meno. E' facile fare qualcosa di magico con la musica pop, la musica folk, la musica che gli umani fanno per gli umani, la musica di tutti i giorni contrapposta alla musica seria. Ma usare i rumori della nostra vita di tutti i giorni, il telecomando, Internet, il cellulare, il fax, non e' qualcosa di magico o un'avanguardia di qualcosa. E' qualcosa di molto concreto. Ha a che fare con il porridge o una tazza di te. Il digitale e' dappertutto intorno a noi. Penso che fare una canzone con questo oggi sia coraggioso e piu' pertinente di altre cose. E questo e' il mio piccolo messaggio".
Ascolta i 30" dei brani nella Music Machine
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