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Teatro |
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Teatro dell'Elfo, via Ciro Menotti 11, tel. 02 716791, dal 24 giugno al 7 luglio
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La trilogia di Teatridithalia chiude la stagione di quest'anno nel segno neo-espressionista della Bottega del caffè, adattamento che conserva l'intelaiatura del testo di Goldoni, virandone le atmosfere e la comicità verso un sarcasmo dalle tinte forti.
Un nero pece ridisegna la Venezia goldoniana per questa Bottega del caffè, passata attraverso il filtro della riscrittura acida di Fassbinder, che aveva messo in scena per la prima volta il testo nel settembre del '69 al Teather der Freien Hansestadt di Brema. Non si tratta più di distinguere goldonianamente tra buoni e cattivi, ma di mettere in scena dei rapporti umani governati unicamente dall'interesse, da quella avidità di denaro a cui tutti sono ugualmente asserviti. L'universo in cui agiscono i personaggi si fa ben più sordido mentre la loro caratterizzazione è meno sfaccettata. La lucida analisi di Fassbinder, attraverso gli intrighi e gli amori presi a prestito dalla commedia goldoniana, espone un mondo in cui il cannibalismo delle relazioni umane avviene all'insegna della mercificazione e della violenza. La comicità di Goldoni si fa sarcasmo. Le donne, con le loro passioni lussuriose, fungono da vero motore della vicenda. Nessuno esce assolto da questo microcosmo che tutto inghiotte e riduce ai suoi minimi termini (come la giovane coppia di belle speranze, formata da Eugenio e Vittoria, che finisce per rilevare la casa da gioco del losco Pandolfo). Nella grande vasca d'acqua fangosa progettata da Carlo Sala si agita il corteo di finti conti, finte ballerine, finti ingenui, ladri, bari, calunniatori interpretato da una compagnia che ritrova la sua graffiante esuberanza per questa messinscena che è stata definita, a sua volta, una "riscrittura al cubo" del testo fassbinderiano.
Orario degli spettacoli:
Feriali ore 20.45
Festivi ore 16
Repliche dal lunedì alla domenica, riposo solo mercoledì 3 luglio
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