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Danza |
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Teatro Smeraldo, tel. 02.29006767, orario feriali ore 20.45, domenica ore 16; dal 22 gennaio al 17 febbraio
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Opus Cactus, presentato in prima mondiale al Teatro Joyce di New York nel febbraio scorso, nato dalla straripante fantasia di Moses Pendleton, racconta poeticamente il deserto del sudovest degli Stati Uniti. In origine si trattava di una corta pièce commissionata a Pendleton appunto dall'Arizona Ballet.
I costumi di Phoebe Katzin trasformano i ballerini di volta in volta in lucertole, scorpioni ed altri striscianti rettili,
variopinte specie di flora e fauna desertica. Sul palco, gli effetti di luce creati da Joshua Starbuck dipingono un deserto talvolta diurno talvolta notturno, poetiche albe ed inquietanti tramonti. Si innalzano giganteschi cactus, minacciosi uccelli-totem.
I dieci ginnasti-ballerini, i MOMIX, cinque uomini e cinque ragazze sfidano le leggi della gravita': volano, saltano, rimbalzano, si librano su alti pali, roteano intorno ad una struttura metallica che sembra disarticolarsi per poi ricomporsi, attraverso la scena come fulmini su minuscoli skateboards, compiono un rituale iniziativo per mezzo del fuoco.
L'accompagnamento musicale spazia da Bach a Brian Eno, include danze tribali degli Indiani d'America ed altri brani originali da zone "desertiche" del globo.
Brani musicali dello spettacolo:
J.S. Bach, Largo from Harpsichord Concerto in f minor, Swingle Singers
P. Buffet, Spirit Dance, Trans Global
Underground, Rejoice/Rejoice
Prophecy, Native American Collection, Douglas Spotted Eagle, Pray
Mickey Hart, At the Edge
Brian Eno, The Drop
Dean Can Dance, The Serpent's Egg
Claude Challe, Buddha Bar & Buddha Bar
Gabrielle Roth & The Mirrors, Ritual & Tribe
Nomad, Nomad
tuu, Mesh
Brent Lewis, Thunder Down Under, Tribal Druming and Didgerdoo
Jose Nieto and Hema Al-Din, Passion in the desert
Adam Plack & Johnny Soames, Wind of Warning
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