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I dischi del mese |
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Chi se lo aspettava? Certo, è cosa piuttosto nota: tra gli chansonnier
italiani - soprattutto tra quelli della vecchia leva - il jazz,
l'improvvisazione e i classici, romantici, sempreverdi standards americani vanno per la maggiore. E così anche il veterano Bruno Lauzi, tra i maestri della cosiddetta "scuola genovese" (con i vari Umberto Bindi, Gino Paoli, Fabrizio De André), torna alle radici. Back to jazz, appunto, come recita il titolo, è tra l'omaggio e l'amarcord, tra la nostalgia e la rinascita.
In realtà, l'album originale risale al 1985, pubblicato all'epoca da Tito
Fontana nel mitico Studio 7 di corso Venezia a Milano. Ma questa riedizione su cd contiene tre bonus track: ovvero un tris di canzoni scritte dallo stesso Lauzi che al jazz e allo swing all'italiana fanno riferimento (Tuo padre cantava il jazz, Diano Marina e Be-bop ipotetico).
In mezzo si ritrovano versioni pimpanti di Love for Sale, Just One of Those Things e di That Old Black Magic (Cole Porter); citazioni di Frank Sinatra (è cantata pensando al grande crooner "Change Partners" di Berlin); e poi il magnifico repertorio che va da Gershwin (Our Love Is Here to Stay) a My Funny Valentine.
A essere sinceri, Lauzi se la cava meglio sui tempi veloci che con le
ballad. E anche il gruppo che lo accompagna, formato da un manipolo di
jazzisti italiani "doc": Franco Cerri alla chitarra, Dado Moroni e Renato Sellani al pianoforte; Rudi Migliardi al trombone, Alfredo Golino alla batteria. Responsabile degli arrangiamenti è poi Sante Palumbo. E nel cast degli amici spunta anche, a sorpresa, Paolo Conte in veste di vibrafonista.
Ascolta i 30" dei brani nella Music Machine
Bruno Lauzi ha presentato il suo nuovo CD nel web studio del megastore Messaggerie Musicali. Vuoi seguire l'evento? Consulta la pagina http://www.messaggeriemusicali.it/webstudio.ist?pos=47&sez=A&key=B
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